CALCIATORI AGGRESSIVI – TEORIA DEI 3 CERVELLI DI MACLEAN

29 Giu 2022 | Psicologia

CALCIATORI AGGRESSIVI

L’aspetto dell’aggressività visto sotto il profilo sportivo, rispecchia certamente un atteggiamento mentale del singolo calciatore. Se poi questa caratteristica è inserita nella gran parte dei calciatori che compongono la squadra allora potremo affermare che quella squadra avrà un atteggiamento aggressivo. Ma ci siamo mai chiesti cos’è che scatta nel cervello umano per porsi in questo atteggiamento ? Secondo il neuroscienziato statunitense Paul Donald MacLean il nostro cervello ha subito un’evoluzione composta da 3 fasi :

cervello antico o rettile detto anche rettiliano, posizionato nel tronco dell’encefalo
cervello intermedio o sistema limbico, detto anche cervello mammifero
cervello nuovo o dell’homo Sapiens o neocorteccia

Oggi siamo posti nell’ultimo campo evolutivo ossia cervello nuovo. Ma in realtà le 3 componenti non sono distaccate tra loro anzi interagiscono continuamente allo scopo di guidarci in quelle che sono le nostre decisioni quotidiane.

Il cervello rettiliano o cervello antico è quello che gestisce gli istinti primari alla sopravvivenza.
Esso infatti è così chiamato perché vive di istinti.
Lo scopo principale è la sopravvivenza e la riproduzione della specie.
I suoi istinti vigilano sulle funzioni vitali quali la respirazione, il battito cardiaco e tutte le funzioni che ci mantengono in vita.
Ulteriori caratteristiche sono la territorialità, l’aggressività nel procurarsi il cibo, la sessualità e tutti i comportamenti al di fuori della nostra zona di confort che possono quindi creare minaccia nell’essere attaccati da un ipotetico predatore.

Il secondo cervello quello intermedio detto anche cervello mammifero o cervello limbico è composto da più organi come talamo, ipotalamo, ippocampo e amigdala.
Questi quattro organi processano le cosiddette emozioni. Infatti in questa zona del cervello vivono i ricordi. Possiamo considerare questa zona come la parte emozionale che non scruta la parte razionale nel decidere e simboleggia la nostra parte fanciullesca.
Il cervello mammifero cerca continuamente conferme sociali, come l’appartenenza ad un gruppo, riconoscenza e affetto.
Ripercorriamo dunque un sentiero fatto di bisogni sociali che l’uomo in quanto animale da branco ricerca continuamente per sopravvivere

TEORIA DEI 3 CERVELLI

L’ultimo il cervello nuovo è quello più evoluto è la parte più estesa della corteccia con ben 6 strati corticali.
E’ il cervello adibito alla ragione, al pensiero critico, a quello astratto.
E’ ciò che ci ha permesso di sottomettere tutti gli altri animali del creato.
I comportamenti della ragione sono basati sul problem solving. A differenza del cervello intermedio questo può essere considerato come la nostra parte adulta.
Ossia è quella parte del cervello con funzioni cognitive e razionali che filtrando i 2 cervelli precedenti dovrebbe decidere in maniera autonoma realizzando ciò che è meglio per noi.

A questo punto potremo schematizzare il funzionamento cognitivo identificando la parte conscia come il cervello nuovo mentre la parte inconscia come il cervello antico e intermedio ossia un mix di istinto ed emozioni.

Durante una partita di calcio la parte inconscia gestisce tutte quelle che sono le gestualità atletiche ed istintive del calciatore. Mentre la parte conscia è utilizzata nel momento in cui abbiamo delle decisioni da prendere e si ha tempo di pensare. Esempio la battuta di un calcio d’angolo, piuttosto che un calcio di punizione.

Da questa esposizione risulta chiaro che più il calciatore è dotato di mezzi tecnici che sono quelli riprodotti istintivamente per cui non controllabili e minore sarà il carico cognitivo di informazioni da elaborare. Questa situazione che si viene a creare influenza in modo notevole sulla prestazione del calciatore che esegue con maggiore velocità ed efficienza l’azione in corso e con meno dispendio di energia sia essa cognitiva che condizionale.

Dopo aver compreso la teoria del nostro cervello è giunto il momento di capire come cercare di aumentare l’intensità del rendimento mentale in regime di gioco. Sicuramente l’aspetto comunicativo ha la sua valenza, ma di poco rilievo se il calciatore non si sente coinvolto e partecipe nell’obiettivo dichiarato. Un modo per ottenere un’adeguata aggressività, un atteggiamento dispendioso è quello di strutturare una seduta di allenamento con un’esercitazione dove il calciatore può trarne un vantaggio cospicuo, che lo invogli e lo stimoli al raggiungimento di un obiettivo.

CREIAMO LA NOSTRA ESERCITAZIONE

Per creare un’esercitazione che abbia effetto positivo sull’intensità e l’aggressività mentale del calciatore occorre tenere a mente i seguenti 3 parametri

    1. Creare un esercizio ludico e competitivo
    2. Contesto numerico sbilanciato
    3. Variabilità dei ruoli delle squadre dallo stato positivo a negativo e viceversa

ESERCITAZIONE IN INFERIORITA NUMERICA

Come sopra descritto in figura lo spazio di gioco è definito da 2 campi che hanno spazio 30m x 35m. Ad ogni campo è assegnata una squadra che ha l’obiettivo di mantenere il possesso del pallone per un tempo prestabilito dall’allenatore cercando di fare più passaggi utili consecutivi, avendo contro la pressione attiva di 6 avversari. La squadra in superiorità numerica si schiererà con 9 giocatori (in figura giocatori blu) nel proprio campo come disposta in partita. Mentre 6 avversari (in figura giocatori rossi) tenteranno un intercetto del pallone. Quando gli avversati riusciranno a prendere possesso del pallone dovranno aprire il gioco sugli esterni o verticalizzare per la punta disposta sopra la linea della palla come in partita. Se la verticalizzazione avviene tutta la squadra avversaria si sposta velocemente all’interno del proprio campo cercando a sua volta di mantenere il possesso palla sotto la pressione di altrettanti 6 avversari (blu).

Tornando ai criteri precedentemente descritti possiamo affermare che l’esercitazione risulta ludica (per i possessori che sono in superiorità numerica) ed allo stesso tempo deprimente per i difendenti che sono in inferiorità numerica. Questo induce una certa aggressività condizionale e intensità mentale da parte di chi non è in possesso palla. La correlazione è data anche dal 2° parametro ossia lo sbilanciamento numerico 9 vs 6. Ed infine il 3° parametro che produce variabilità tra le squadre alternando il loro ruolo da possessori a difendenti e viceversa. Tutto ciò produce un’assidua competizione che impegna la squadra difendente a cambiare il proprio status da deprimente a soddisfacente. Mentre i possessori dovranno stare attenti a mantenere la loro posizione privilegiata per non diventare difendenti.

 

OBIETTIVO

  • COMPRENDERE COME FUNZIONA IL NOSTRO CERVELLO