IL PRIMO CALCIATORE A DICHIARARSI GAY

22 Ott 2023 | Storie

LA STORIA

Nel mondo del calcio, dove il talento e il coraggio spesso camminano di pari passo, la storia di Justin Fashanu rimane un capitolo sconvolgente e toccante. Questo è il racconto di un uomo che ha dovuto affrontare una vita segnata dall’abbandono, dalla discriminazione e da una profonda lotta interiore.

Nato a Londra il 19 febbraio 1961, nel distretto di Hackney, Justin era figlio di un avvocato nigeriano e di una madre guyanese. La sua infanzia non fu facile: i suoi genitori divorziarono e lui e suo fratello John, che sarebbe diventato anch’esso un noto calciatore, trascorsero gran parte della loro giovinezza in un orfanotrofio, la Dr. Barnardo’s Home. Questa esperienza traumatica lasciò cicatrici profonde nel loro cuore.

Fin dall’età di 5 o 6 anni, i fratelli Fashanu furono accolti da Alf e Betty Jackson, una famiglia della middle class inglese ad Attleborough nel Norfolk. Fu qui che Justin iniziò a giocare a calcio, un interesse che lo avrebbe portato nel settore giovanile del Norwich City da adolescente. Tuttavia, la sua non è la storia di un campione già fatto, ma piuttosto quella di un talento in divenire, un giovane promettente la cui vita privata avrebbe spesso interferito con il suo potenziale calcistico.

DALLE DIFFICOLTA’ AD ICONA

Justin Fashanu si scontrò con il mondo del calcio britannico degli anni ’80 quando decise di dichiarare apertamente la sua omosessualità, diventando così il primo calciatore di alto livello a farlo. Questo coraggioso atto venne accolto da una società e da un ambiente calcistico ancora fortemente omofobici. Fu oggetto di discriminazione e razzismo da parte delle tifoserie avverse, che lo insultavano e lanciavano banane in campo. Justin si ritrovò nel bel mezzo di un conflitto interiore devastante, combattendo con sensi di colpa profondi e un crescente isolamento sociale.

GLI INIZI DA PROFESSIONISTA

Justin Fashanu

Justin Fashanu

A 17 anni, Justin Fashanu firmò il suo primo contratto da professionista con il Norwich City, dimostrando subito di essere un promettente attaccante. La sua abilità nel segnare gol catturò l’attenzione di molti. Debuttò nella First Division nel 1978 e in tre stagioni al Norwich City totalizzò 103 presenze e 40 gol. Un gol in particolare, un potente tiro al volo da fuori area contro il Liverpool, gli valse il premio per il “Goal dell’Anno” della BBC.

Le sue prestazioni gli valsero anche la convocazione nella nazionale Under 21 dell’Inghilterra, dove segnò 5 gol in 11 presenze tra il 1980 e il 1981. Justin sembrava destinato a una carriera luminosa, ma la retrocessione del Norwich City in Second Division alla fine della stagione 1979/80 portò a una svolta nella sua carriera.

Il Nottingham Forest, club blasonato, acquistò Justin Fashanu nell’agosto 1981 per un milione di sterline, rendendolo il primo giocatore di pelle nera ad essere pagato una simile cifra. Tuttavia, le aspettative erano alte, e Justin doveva sopportare enormi pressioni. La sua omosessualità cominciò a emergere a Nottingham, dove frequentava locali gay di notte. Questo fatto contrastava con l’immagine tradizionale e conservatrice del calcio inglese dell’epoca, portando a una crescente alienazione e discriminazione.

ROTTURA CON IL SUO MANAGER

La rottura definitiva con il manager Brian Clough avvenne quando Justin Fashanu decise di fare coming out come omosessuale. Clough, pur essendo un allenatore di successo, era noto per le sue opinioni conservative e la sua mancanza di comprensione nei confronti di Justin portò al suo isolamento e all’espulsione dal Nottingham Forest. La carriera di Justin con il club durò appena una stagione, durante la quale segnò solamente 3 gol in 32 presenze.

Il suo destino calcistico iniziò a declinare quando si trasferì al Southampton e successivamente al Notts County. Una grave lesione al ginocchio nel 1983 aggravò la sua situazione, e Justin iniziò a lottare per tornare al suo livello migliore. Gli venne data un’opportunità di giocare per il Brighton, ma le ferite al ginocchio minarono la sua carriera.

Successivamente, Justin si trasferì negli Stati Uniti, cercando un rifugio e il tempo per affrontare la sua sessualità. Dopo diversi anni di inattività, fece un ritorno al calcio giocando per squadre in vari paesi, inclusi Canada, Inghilterra, Scozia, Svezia e Stati Uniti. Durante questo periodo, subì il costante assedio dei tabloid e degli agenti cinici che sfruttavano la sua immagine. Justin cercò conforto nella Chiesa evangelica, cercando di sopprimere la sua sessualità.

TRA LA SFIDA E L’IPOCRISIA

Il punto di svolta nella sua vita avvenne nel 1990 quando Justin Fashanu decise di dichiarare apertamente la sua omosessualità, diventando così il primo calciatore professionista a farlo. Il suo intento era sfidare l’ipocrisia che permeava il mondo del calcio e aprire la strada per gli altri. Tuttavia, il suo coraggio non fu accettato dalla maggior parte della società e dell’industria calcistica. Anche suo fratello John si dissociò da lui, insieme alla comunità nera.

Dopo il suo coming out, la carriera di Justin subì un ulteriore colpo e le opportunità si fecero sempre più rare. Fece provini con diverse squadre, ma poche furono disposte a dargli una seconda possibilità. Divenne un nomade del calcio, cambiando squadre in rapida successione e girando il mondo in cerca di opportunità. Le storie di relazioni omosessuali inventate e vendute ai tabloid danneggiarono ulteriormente la sua reputazione.

Nel 1998, Justin Fashanu affrontò l’accusa di stupro da parte di un giovane, ma fuggì in Inghilterra, usando il cognome materno per evitare il riconoscimento. Non trovò supporto da nessuna parte e si sentì isolato e disperato. La sua ultima telefonata a suo fratello John fu un atto di puro disperato tentativo di trovare aiuto, ma non ci riuscì.

LA TRAGEDIA

Il 3 maggio 1998, Justin Fashanu venne trovato impiccato in un garage abbandonato nell’East End di Londra. La sua morte fu un tragico epilogo di una vita segnata dalla discriminazione, dall’isolamento e dalla lotta interiore. Nonostante le accuse di stupro a suo carico siano cadute dopo la sua morte, il mondo aveva già giudicato e condannato Justin Fashanu a causa della sua sessualità.

La storia di Justin Fashanu è un potente monito contro l’omofobia e la discriminazione nel mondo del calcio e nella società in generale. La sua lotta e il suo coraggio hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e hanno ispirato cambiamenti positivi nel mondo dello sport. Nel 2020, quasi 22 anni dopo la sua morte, Justin Fashanu è stato riconosciuto e inserito nella ‘Hall of Fame’ del calcio inglese, una dimostrazione che il tempo può portare a una maggiore comprensione e accettazione.

La sua storia è un promemoria della necessità di accettare e rispettare la diversità in ogni aspetto della vita, compreso lo sport, e di combattere l’omofobia e la discriminazione ovunque si presentino. La memoria di Justin Fashanu vive come una voce coraggiosa che ha osato essere se stessa, nonostante le avversità, nella speranza di un mondo più aperto e inclusivo.